giovedì 11 settembre 2014

Visto J1 - DS-160 Pitfalls

Come spiegato in un post precedente, la compilazione del DS-160 (modulo di richesta per visto non immigrante) è un punto fondamentale nel processo di ottenimento del visto perchè da un lato fornisce un codice alfanumerico che identificherà il vostro modulo di richesta, necessario in un passo successivo, e dall'altro perchè alla fine del processo porta all'ottenimento della pagina di conferma di compilazione del modulo, che è uno dei documenti da portare al consolato.

La compilazione del DS-160, però, non è del tutto banale. In più di qualche punto mi sono trovato bloccato e ho dovuto chiedere consiglio.
First off, il modulo DS-160 non è unico ma alcuni suoi campi variano in funzione del tipo di visto che si seleziona. Di conseguenza, se state facendo application per un visto differente dal J1, probabilmente alcuni degli elementi che andrò a descrivere potrebbero differire o non essere presenti se vengono selezionati visti differenti.

Un aspetto importantissimo è quello di controllare più e più volte che i vostri dati personali siano corretti rispetto a quelli riportati nel passaporto e negli altri documenti ufficiali (DS-2019, DS-7002 etc). In alcuni casi scrivere correttamente il proprio nome non è affatto banale, soprattutto perchè per compilare i campi del DS-160 si deve far uso di un numero di caratteri limitato, il quale esclude tutti i caratteri accentati e molti simboli. I nomi con caratteri strani non sono molto comuni in Italia, però gli apostrofi si (a suo tempo mi sono dimenticato di fare una prova con gli apostrofi). In ogni caso, il form prevede un campo ulteriore in cui è possibile scrivere il proprio nome correttamente, ovvero utilizzando simboli utilizzati in altre lingue.
Se vengono riscontrate delle incongruenze su questi dati, il consolato probabilmente avvierà delle verifiche successive che sicuramente allungheranno le fasi successive. In casi estremi potrebbero addirittura portare al mancato ottenimento del visto.

La compilazione del DS-160 avviene totalmente online ma il sito mette a disposizione degli strumenti per il recupero del vostro form, in maniera tale che voi possiate recuperarlo anche dopo aver spento il computer. Per recuperarlo dovete annotarvi il famoso codice alfanumerico, le prime 5 lettere del vostro cognome e la risposta ad una domanda di sicurezza impostata da voi. Il form può anche essere salvato sotto forma di file e downloadato, permettendone il recupero attraverso upload successivo.
Una volta revisionate tutte le risposte e premuto il tasto di generazione della pagina di conferma, il form non può più essere modificato e se ci si accorge di ulteriori errori è necessario iniziare la compilazione di un nuovo DS-160. Non so dirvi però se sia necessario o come si possa eliminare quello precedente. Per la compilazione del DS-160 è necessario essere in possesso del vostro SEVIS number e del PROGRAM number, (generalmente forniti dallo sponsor e contenuti nel DS-2019).

I punti in cui personalmente mi sono trovato in difficoltà sono i seguenti:

  • Passport Type: Ero indeciso tra Regular ed Official, poi ho letto da qualche parte che Official si riferisce tipo a militari, ufficiali e quindi ho messo Regular. Non mi hanno fatto nessun problema, probabilmente era la soluzione corretta.
  • Passport Book Number: Il passaporto italiano non ha questo tipo di numero, quindi selezionare DOES NOT APPLY.
  • Have you made specific travel plans?: No, a suo tempo non avevo ancora acquistato il biglietto aereo, ne avevo trovato un posto dove stare.
  • Intended date of arrival: Io ho messo una data ipotetica, precedente alla data di inizio ufficiale che si trova nel DS-2019. Solo dopo l'ottenimento del visto ho acquistato il biglietto aereo e la data di arrivo reale sarà differente da quella che inizialmente avevo ipotizzato.
  • Address where you will stay in the U.S.: Siccome non avevo minimamente idea di dove avrei alloggiato, ho messo l'indirizzo dell'azienda.
  • Primary Occupation: Not Employed. Eh già, dato che mi sono laureato a marzo io sono tecnicamente disoccupato (o inoccupato). Come Explaination, ho scritto: In March 2014 I obtained my master degree in electronics engineering and I am currently not employed.
  • Where you previously employed?: Un anno e mezzo fa ho fatto un tirocinio in un azienda belga che ho inserito in questo campo.
  • Have you attended any educational institutions at a secondary level or above?: Si, e qui ho elencato ben quattro elementi, Master, Bachelors, Erasmus e Superiori. Credo che bastassero Master e Bachelors.
Spero che quest'elenco vi abbia dato una mano a completare il vostro DS-160! Saluti!

domenica 7 settembre 2014

Visto J1 - Il Consolato di Firenze

Bene, a breve vi racconterò della mia esperienza consolare a Firenze, ma prima lasciatemi fare una doverosa premessa con la quale vorrei esortarvi a non fare troppo affidamento al mio caso. Infatti nell'immaginario collettivo il consolato americano è universalmente raffigurato come l'ammasso caotico di tutte le persone che come voi hanno preso appuntamento per quel giorno e che come voi portano a spasso le loro aspettative. Credo di poter dire con buona approssimazione che la mia esperienza non rientra affatto nei tre sigma dell'immaginario collettivo: il giorno dell'interview ero infatti da solo, l'unica persona ad avere appuntamento per quel giorno. Che culo!

In realtà, a posteriori, non credo che si fosse trattato solamente di fortuna, ma più che altro della concatenazione tra due eventi ben specifici. La prima volta che ebbi accesso alla prenotazione online dell'appuntamento consolare erano le nove e un quarto di un venerdi (21 ago.) mattina: il pagamento della tassa consolare mi era stato appena confermato dopo i due più strazianti giorni di attesa degli ultimi 4 mesi (120€ non sono pochi). Mancavano un po' più di tre settimane all'inizio ufficiale del tirocinio (15 sett, ora ne manca una) e ancora meno tempo alla presunta partenza (13 sett., data del volo non ancora prenotato ma il prezzo continuava a salire). La scelta dell'appuntamento consolare fu davvero snervante, inizialmente le opzioni sembravano autobilanciarsi tra di loro e per tutto il restante mese di agosto c'erano solo due date disponibili, entrambe di mattina presto (8.30). Da un lato Firenze libera solo lunedi 25 ma decisamente più costosa da raggiungere, dall'altro Milano, libera il 28 ma più vicina a casa e con possibilità di essere ospitato, eventualmente. Le date successive erano tutte a settembre, con Milano che partiva dall'8 e Firenze dall'1. Anche Roma era una possibile soluzione per me, decisamente la più lontana di tutte, ma in mancanza di altro poteva rappresentare sicuramente una soluzione fattibile (non ricordo di essermi soffermato molto sulle date di Roma però). Accadde tutto in un momento. Preso dai dubbi andai a chiedere consiglio a mio padre, che era appena tornato a casa, ed entrambi concordammo per Milano. Quando tornai al pc sia Firenze che Milano ad Agosto erano sparite, prenotate. Milano ora partiva dall'8 e Firenze dal 1. Il tempo di bestemmiare e Firenze già partiva dal 3. Non credo di ricordare un solo episodio della mia vita nel quale sono rimasto fregato cosi clamorosamente ed in cosi poco tempo. Prenoto per il 3 settembre, inghiottendo uno dei bocconi più amari di sempre.
Credo siano alquanto ovvi i vantaggi di anticipare il più possibile la data dell'interview consolare, ma decisamente più subdoli e logoranti sono invece gli svantaggi che si accumulano man mano che la data del colloquio viene spostato in direzione della partenza. Da un lato, infatti, quella minima incertezza legata all'approvazione consolare del visto si moltiplica enormemente ed un rischio calcolato come potrebbe essere quello di prenotare in anticipo il biglietto aereo o l'accommodation finisce per diventare un fardello davvero pesante, senza contare che molto probabilmente i prezzi in entrambi i casi tendono inesorabilmente a salire. Dall'altro lato, invece, se qualsiasi ritardo dovesse intercedere nel processo del visto e i tempi burocratici dovessero malauguratamente allungarsi si potrebbe finire nelle condizioni in cui voi dovete partire ma non avete ancora ricevuto il passaporto vistato.
Fu cosi che, preso da queste paranoie, decisi di inviare una richiesta di appuntamento anticipato. Nel form che compare c'è scritto chiaramente che tale richiesta può essere inoltrata solamente se l'appuntamento prenotato risulta successivo alla data ufficiale di inizio tirocinio, ma non di meno decisi di riportare le mie perplessità (in italiano) sul fatto che il 3 settembre fosse troppo a ridosso del 15 settembre. In un paio di ore ricevetti magicamente l'email di conferma di anticipo della prenotazione al 28 agosto, 8.30 a Firenze.

Il consolato americano di Firenze è in una posizione piuttosto comoda perchè dista solamente 800 metri dalla stazione dei treni di Santa Maria Novella. Dato l'orario dell'appuntamento, il pernottamento di un albergo/ostello non poteva essere evitato, ma decisi di optare per un'opzione particolarmente favorevole: l'albergo Duilio dista appena cento metri dal consolato americano, è economico e soprattutto gestito da una ragazza disponibilissima di nome Roxana che mi ha permesso tranquillamente di lasciare lo zaino in camera, senza doverlo andare a depositare in stazione.. inoltre mi ha anche regalato un libro, cosa si potrebbe volere di più?
Comunque, il giorno del colloquio ho iniziato ad aggirarmi nei dintorni del consolato circa mezz'ora prima del dovuto, ovviamente preoccupato da una possibile coda: non c'era ancora nessuno. Dopo qualche minuto sono stato prontamente intercettato da uno dei numerosi poliziotti in divisa blu che si aggirano nelle vicinanze e lui mi ha indicato il luogo esatto dove aspettare, che non è davanti al portone che si affaccia sull'arno, ma dalla parte opposta dell'edificio. Alle 8.30 precise, minuto su minuto giù, un altro poliziotto mi ha raggiunto e mi ha chiesto di seguirlo, conducendomi alla porta affacciata sull'arno. Ero l'unica persona non poliziotto. Di fronte all'ingresso mi hanno controllato il passaporto ed invitato ad entrare. Appena entrato, un'altro poliziotto mi ha nuovamente chiesto il passaporto (eddai, le porte sono di vetro, hai pur visto che mi controllava) e mi ha fatto defluire in direzione del metal detector. Qui ha inizio una procedura di controllo simile a quella che avviene in aereoporto alla fine della quale sarete ammessi all'interno delle sale di attesa con portafogli, cartellina con i documenti e chiavi. Il cellulare, invece, è dovuto rimanere fuori e mi hanno assegnato un numero (1) per poterlo recuperare all'uscita.
A Firenze la sala di attesa è anche la stessa sala in cui condurrete l'intervista consolare. Si tratta di una stanza abbastanza piccola ed oblunga (un corridoio) che ospita un totale di 4 sportelli su uno dei lati più lungi, e una decina di sedie sul lato opposto (rivolte verso gli sportelli), ad una distanza di circa 3 metri (evviva la privacy). Tale corridoio/sala conduce ad una seconda sala d'attesa, ancora più piccola della precedente e con una televisione appesa al muro. Non so dire se normalmente entrambe le sale vengano utilizzate per scopi differenti, ma nel mio caso tutto si è svolto nella prima sala.
Inizialmente un primo funzionario (italiano) ha preso in consegna i documenti obbligatori ed ha controllato la loro validità e correttezza, poi ha trasferito la mia domanda da Milano a Firenze (avevo scelto Milano nel DS-160, dura 5 minuti), mi ha scannerizzato le impronte digitali ed infine mi ha invitato ad attendere il console per iniziare il colloquio.
Il console è apparso nello sportello affianco qualche minuto dopo (15 circa) con tanto di tazza di caffè. Il colloquio (in inglese) si è svolto in maniera abbastanza informale ma le domande che mi ha posto erano essenzialmente quelle di rito: "Di che cosa si occupa l'azienda?" e "Di che cosa ti occuperai tu?" (ho descritto più nel dettaglio questi aspetti in un post precedente) ma verso la fine dell'interview mi ha domandato come mai avessi aspettato cosi tanto per fare richiesta di visto, sostenendo che probabilmente non era in grado di farmi arrivare a casa il passaporto entro il giorno del volo, ovvero il giorno dopo. Inizialmente rimasi un po' perplesso da questa sua affermazione ma poi gli confermai che io sarei partito il 13 settembre e che quindi c'era ancora un sacco di tempo a disposizione. Notai subito il suo stupore, sia lui che l'altro funzionario credevano che io sarei dovuto partire il 29, il giorno dopo. Contestualmente, mi dissero che quel giorno ero l'unico ad avere appuntamento perchè per qualche strana ragione che non ho capito tutti gli altri erano stati annullati. In fin dei conti, come abbia fatto ad ottenere quell'interview consolare per me rimane ancora un mistero, ma credo che sostanzialmente sia legata al fatto che loro avevano interpretato male le informazioni che avevo inserito nel form di richiesta di appuntamento urgente e si erano convinti che avrei dovuto partire a breve. Questo testimonia grossomodo il fatto che il consolato è a conoscenza del fatto che lo stesso colloquio è pressocchè una formalità e che di norma il volo può essere prenotato in anticipo, senza correre grossi rischi di rifiuto del visto. Inoltre in genere pare che il consolato prenda in considerazione le richieste di visto urgente anche se queste non sono perfettamente conformi e analizzi caso per caso cercando di venire incontro il più possibile alle persone. O perlomeno questa è l'impressione che ho avuto io.

Un ultima informazione importate: dopo il metal detector è possibile usufruire dei servizi igienici!

venerdì 5 settembre 2014

Visto J1 - Documenti secondari e colloquio consolare

Nel post precedente ho cercato di relazionare ogni documento obbligatorio dal portare al consolato ad un passo ben specifico del processo di ottenimento del visto J1. Ne è uscito un post particolarmente verboso che forse non è esattamente la maniera corretta di fare informazione su internet. Internet richiede spesso post sintetici ed informazioni chiare, non storielle. Quindi appena avrò le idee un po' più chiare probabilmente sistemerò le varie discussioni in maniera più schematica.

Ad ogni modo, in precedenza mi ero fermato all'intervista consolare e avevo accennato all'esistenza di documenti secondari, non obbligatori ma potenzialmente utili. L'intervista consolare, infatti, viene condotta al fine di testare alcuni aspetti legati alla vostra richiesta di visto, che probabilmente variano a seconda del tipo di visto. Dalle esperienze di altre persone che ho raccolto sia personalmente che in rete, ritengo che mediamente, l'intervista consolare per visto J1 (tirocinante pagato) in italia sia più che altro una formalità. Le domande che sicuramente vi verranno poste riguarderanno principalmente il vostro tirocinio e saranno: "Di cosa si occupa l'azienda che ti ospita?" e "Di cosa ti occuperai tu?". Nonostante affrontare queste domande sia semplicissimo (avrete una minima idea di quello che andate a fare no? E' riportata nel modulo DS-7002), non è del tutto banale e probabilmente richiede un pochettino di preparazione. Infatti lo scopo del console, durante il colloquio, è quello di rielaborare in real time le vostre risposte e contemporaneamente compilare sul computer uno specifico form riguardante la vostra richiesta di visto. L'importante, dunque, è fornire una risposta breve, sicura e concisa, ricca di parole chiave come "design" "software" "electronic engineering" "develop" e chi ne ha più ne metta, insomma, avete capito. Tutte le parole che vi servono sono già incluse nel vostro piano di tirocinio DS-7002, basta soltanto rigirarle in maniera furba. PS: Evitate come la morte di iniziare con "The internship will be divided into four phases.." perchè credo che ai consoli questa frase esca dalle orecchie. Se avete ricevuto il DS-7002 sapete a cosa mi riferisco!

Se il tirocinio non è pagato le cose potrebbero farsi più complicate, soprattutto perchè il console vorrà sapere come farete a mantenervi una volta entrati negli stati uniti. Se non siete in grado di dimostrare di potervi mantenere durante il periodo di tirocinio (Estratto conto degli ultimi tre mesi dei vostri genitori, dichiarazione firmata da parte dei vostri genitori che si impegneranno a sostenervi economicamente durante il periodo, boh, sparo a caso io) credo che la richiesta di visto possa venire facilmente rifiutata.

Credo che non sia infrequente invece, il caso in cui il console vi chieda di dimostrare la vostra intenzione di ritornare in italia alla fine del periodo di tirocinio. Tali precauzioni vengono spesso prese in quanto il rischio di favorire l'immigrazione illegale di gente che entra in america con un visto e poi sparisce, sia concreto. Io personalmente mi sono fatto tante, ma tante seghe mentali su questo punto, per scoprire che poi probabilmente non serviva nemmeno preoccuparsene. Infatti io, che avrei iniziato un tirocinio post laurea in america, agli occhi del console potrei non aver avuto nessun motivo per ritornare in italia a fine tirocinio. Beh, inutile dire che il console avrebbe avuto piena ragione. Al fine di dimostrare il mio pseudo-attaccamento all'italia avevo portato: stato di famiglia (16€ in comune, bon non fa mai male), certificato di nascita e... foto del coro in cui canto... Già, ero disperato. Mi ero addirittura preparato un bel discorsetto su quanto avrei desiderato ritornare in italia, dove c'è la tutta la mia famiglia, gli amici di infanzia e di università, e dove ci sono anche i due cori in cui canto.. va beh, argomento nemmeno sfiorato nell'interview, meglio cosi.

Non fatevi alcun problema per quanto concerne il volo o l'accommodation. Sebbene credo sia opportuno rischiare un po' e prenotare in anticipo, non c'è nessun motivo per cui voi lo facciate prima dell'ottenimento del visto. Il consolato stesso lo sconsiglia, dato che è sempre possibile che l'interview dia esito negativo. Da questo punto di vista siete in una botte di ferro. Percui se vi chiedono "Where are you going to stay?", non vi chiedono dove dormirete la prima notte, ma semplicemente dove caspita si trova l'azienda.

Nel prossimo post tenterò di descrivere la mia esperienza al consolato di Firenze. Premetto che però si tratta di un'esperienza decisamente fuori dal comune. Ero l'unica persona ad avere appuntamento consolare quel giorno. Ero da solo in tutto il consolato.

mercoledì 3 settembre 2014

Visto J1 - Documenti principali e Steps

In questo post tenterò di spiegare col maggior dettaglio possibile tutti i passaggi che vi porteranno all'intervista finale al consolato, includendo un elenco, accompagnato da descrizione sommaria, dei documenti principali per l'ottenimento del visto J1. Alcune considerazioni potrebbero essere valide anche per altri tipi di visto.

Per l'ottenimento del visto J1 esiste un certo numero di documenti obbligatori che è necessario presentare al consolato, senza i quali non potete nemmeno partecipare al colloquio col console. Tra questi, i più importanti in assoluto sono il DS-2019 e il DS-7002 che sostanzialmente descrivono il vostro piano di tirocinio e testimoniano senza alcun ombra di dubbio che la vostra richiesta di visto è supportata sia da un ente sponsor che dall'azienda. Questi due documenti vengono compilati sia dall'azienda che dallo sponsor (firmati anche da voi) e vi verranno recapitati a casa tramite corriere espresso (fedex nel mio caso) una volta che siete stati ritenuti idonei al programma da parte dello sponsor. Preventivamente, infatti, lo sponsor avrà analizzato la concretezza della proposta avanzata dall'azienda (e da voi) raccogliendo i vostri dati ed effettuando un colloquio finale su skype con voi e il vostro tutor. Il DS-2019 riporta anche le date ufficiali di inizio e di conclusione del tirocinio.

Un elemento fondamentale di questo passaggio è l'ottenimento del SEVIS number, per il quale è necessario pagare una tassa di 180$. Nel mio caso il pagamento di questa tassa era incluso nel servizio offerto dallo sponsor (e acquistato dall'azienda). La ricevuta di tale pagamento, la SEVIS Receipt, è il terzo documento fondamentale richiesto dal consolato e va tassativamente stampata dopo la ricezione del DS-2019 e del DS-7002 tramite corriere. Sicuramente lo sponsor vi darà le adeguate indicazioni su come farlo, io per esempio dovevo semplicemente cliccare su un link e stampare la ricevuta.

Una volta che avrete ricevuto il DS-2019 e il DS-7002 tramite corriere (probabilmente dovrete firmare il DS-2019 in fondo alla prima pagina), il passo successivo è quello di iniziare la compilazione del modulo DS-160 da questa pagina. Da questo punto in poi state interagendo con il terzo e ultimo ente, il consolato. Il DS-160 rappresenta infatti il modulo di richiesta del visto che voi state facendo al consolato stesso e come ogni passo successivo, si farà tutto online. La compilazione del DS-160 non è banale, in alcuni suoi punti possono celarsi alcuni problemi. Dedicherò un intero post alla compilazione dei punti più ambigui del DS-160. In ogni caso, il DS-160 può essere compilato solamente se si è in possesso del SEVIS number e del PROGRAM number (il numero del programma dello sponsor al quale siete iscritti) ed entrambi si trovano nel DS-2019. In ogni caso, la compilazione del DS-160 non richiede che siate fisicamente in possesso del DS-2019. Per risparmiare tempo potete anche chiedere allo sponsor se gentilmente possono fornirvi via e-mail entrambe queste informazioni prima che venga effettivamente spedito il documento via posta in maniera tale da poter compilare anticipatamente il DS-160 e proseguire con i passi successivi.  Nel mio caso, lo sponsor acconsentì ad anticiparmi via email entrambi i numeri ma rimasi bloccato in alcuni punti della compilazione del DS-160 e persi qualsiasi vantaggio acquisito. Una volta completata e confermata la compilazione del documento, non è più possibile modificarlo. Questo però non pregiudica niente perchè se dopo la chiusura del DS-160 vi accorgete di aver fatto un errore, potete semplicemente iniziarne uno nuovo. All'inizio di ogni modulo sarà associato un determinato codice che dovrete usare nel passo successivo per riferirvi al modulo stesso: la pagina di conferma della compilazione del DS-160, prodotta a conclusione del processo (DS-160 Confirmation Page) è il quarto importante documento richiesto dal consolato. Si tenga presente che se nel passo successivo si farà riferimento ad un modulo DS-160 compilato in maniera errata o sbagliata, l'intero processo di ottenimento del visto potrebbe non andare a buon fine. In particolar modo, si deve fare molta attenzione a scrivere correttamente il numero di passaporto e il proprio nome (cose banali, certo, ma sempre opportuno fare un doublecheck).

Una volta completato il DS-160 e stampata la confirmation page, è possibile iniziare l'effettivo iter di registrazione al consolato e di prenotazione dell'appuntamento. Per fare ciò dovrete registrarvi a questo indirizzo (seguire il punto 1), che vi chiederà di inserire il codice del DS-160 a cui vi riferite. Questo è il punto di non ritorno per eventuali errori nel DS-160, o meglio, credo che sia comunque possibile creare un nuovo account dopotutto, però è con questo account che dovrete pagare la tassa consolare e prenotare l'appuntamento. Infatti tale account vi conduce passo passo nelle fasi di pagamento della tassa consolare, prenotazione dell'appuntamento consolare e determinazione delle modalità di restituzione dei documenti (che lascerete in consolato e vi verranno spediti via corriere qualche giorno dopo il colloquio). L'account è programmato in maniera tale da avanzare per gradi: non vi sarà possibile prenotare alcun appuntamento se prima non avete pagato la tassa consolare. La tassa consolare è di 160$ (120€) e può essere pagata fondamentalmente in due maniere, tramite Bonifico Bancario oppure tramite Carta di Debito (bancomat) Visa. Dato che per mia esperienza personale non ho mai incontrato un italiano che avesse mai posseduto una bancomat emesso nel circuito visa, il bonifico bancario è pressocchè obbligatorio. Lo svantaggio del bonifico bancario, a differenza del metodo con il bancomat, è che per venire confermato devono passare almeno un paio di giorni lavorativi. Inutile dire che fino a che il pagamento non viene confermato non vi è possibile proseguire con la prenotazione dell'appuntamento (e questa attesa è forse la più frustrante di tutte, soprattutto se avete fretta di ottenere il visto). Per effettuare correttamente il bonifico è necessario seguire determinate istruzioni, scaricabili dal sito stesso. Sostanzialmente sono quattro le cose da tenere presente nella compilazione del bonifico: l'importo deve essere di 120 euro, il cognome del beneficiario è il denominativo della società che si occupa della gestione dei pagamenti (CSC etc..), l'IBAN e la Causale (una serie di cifre) sono forniti nel pdf che contiene le istruzioni. Attenzione a copiare correttamente soprattutto la Causale (senza spazi aggiuntivi ne all'inizio ne alla fine della serie di numeri), in quanto rappresenta un codice che identifica il vostro account e verrà estratta automaticamente e utilizzata per permettervi di proseguire nella prenotazione dell'appuntamento consolare. Una volta confermato il trasferimento (che viene notificato anche tramite e-mail), la ricevuta della tassa consolare può essere stampata dal sito e rappresenta il quinto importante documento da portare in consolato (Ricevuta Tassa Consolare).

A questo punto è possibile proseguire alla prenotazione dell'appuntamento, che avviene selezionando un luogo (Milano, Firenze, Roma o Napoli) e una data (mattina o pomeriggio ed un'ora), mediante un loro calendarietto integrato che rende selezionabili solamente i giorni disponibili. La scelta del luogo è assolutamente indipendente dal luogo che avete selezionato nella compilazione del DS-160, se prenotate l'appuntamento in una sede differente, la vostra domanda verrà automaticamente trasferita in qualche minuto. La scelta della data di appuntamento, invece, non è affatto banale e dipende grossomodo dalle vostre priorità, da quanto lontani siete dalle varie sedi dei consolati ma soprattutto dalla data di inizio ufficiale del tirocinio, ovvero effettivamente da quando avete prenotato il volo. In generale è consigliato che l'intervista venga effettuata almeno 7 giorni lavorativi prima dell'effettiva partenza per permettere ai documenti di essere processati e di venire spediti. La spedizione dei documenti avviene tramite DHL che porterà gratuitamente i documenti in una delle sue sedi (ce ne sono poche in italia), scelta da voi in una delle prime fasi (prima di pagare la tassa consolare). Eventualmente, è possibile farsi spedire a casa i documenti al costo aggiuntivo di 30€, che in questo caso possono essere pagati con la carta di credito. La prenotazione dell'appuntamento consolare genera una nuova Pagina di Conferma ed Istruzioni che deve venire stampata e portata al consolato come sesto e ultimo documento obbligatorio. Questa pagina può essere stampata anche direttamente dal browser, vi consiglio di selezionare il formato di stampa A4 (di default è impostato sul formato standard della carta americana). Questo accorgimento vi permette di contenere le dimensioni della stampa entro le due facciate (1 foglio). In aggiunta, io ho anche stampato la ricevuta del pagamento dei 30€ alla DHL, non si sa mai. Se la data del vostro appuntamento non vi soddisfa perchè è troppo a ridosso del volo, potete fare richiesta di un appuntamento urgente (potete farlo solo se avete già prenotato un appuntamento). Teoricamente, la richiesta di appuntamento urgente può essere effettuata solamente se la data prenotata è successiva alla data ufficiale di inizio presente nel DS-2019, però per esperienza personale non è strettamente necessario e ogni caso verrà valutato singolarmente da un funzionario del consolato. Infatti, la richiesta di appuntamento urgente deve essere accompagnata da una motivazione ben precisa scritta di vostro pugno (volo, tempi stretti). Riceverete una risposta via email (se la richiesta è stata accettata) e la vostra pagina di conferma ed istruzioni si aggiornerà (dovrete ristamparla). Tale pagina si aggiorna ad ogni cambio dell'appuntamento, al cambio della sede DHL di ritiro (se non sono stati pagati i 30€ per la consegna a domicilio) o  all'acquisto della consegna a domicilio. Fate attenzione a portare al consolato la versione più aggiornata della "pagina di conferma ed istruzioni".

Questi documenti, assieme al Passaporto (valido per oltre sei mesi dalla data del tirocinio) ovviamente, costituiscono il blocco di documenti fondamentali da portare al consolato. Prima di essere ammessi all'interview, verrà controllato che tutti i documenti siano presenti ed in regola. Sempre in questo sito potete trovare un sacco di informazioni sui vari tipi di visto, tra cui il J1. Vi accorgerete che oltre ai documenti necessari elencati e descritti qui sopra, è possibile portare anche altri documenti a supporto della vostra candidatura, che vi potrebbero essere utili durante l'interview (CV, certificati di laurea, estratti conto, stati di famiglia). Io mi ero riempito di questi documenti ma effettivamente non me ne hanno chiesto nemmeno uno.
Il prossimo post tratterà più a fondo del colloquio consolare e di questi fantomatici documenti aggiuntivi.

lunedì 1 settembre 2014

Visto J1 - Breaking the Visa process

Nel processo di ottenimento del visto J1, intercedono almeno tre soggetti fondamentali con ruoli differenti: l'azienda, lo sponsor e il consolato. Con ognuno dei tre ho dovuto sostenere almeno un colloquio.
Da quello che ho avuto modo di capire, questi tre elementi hanno più o meno i seguenti ruoli:
  • Azienda: è quella che caccia i soldi. Se l'azienda è davvero interessata a voi allora cercherà di facilitare l'ottenimento da parte vostra del visto americano. Nel mio caso l'azienda mi ha fatto inizialmente firmare il contratto di tirocinio ed in seguito ha contattato personalmente (e pagato) il secondo soggetto, lo sponsor.
  • Sponsor: si tratta di un intermediario specializzato nella compilazione dei documenti necessari ad ottenere il visto e nel seguire il richiedente e l'azienda durante tutto il processo. Il servizio offerto dallo sponsor è spesso chiamato "Program", quindi quando ad esempio vi chiedono di pagare la "Program Fee" voi state effettivamente pagando lo sponsor, acquistando ad esempio il loro "Internship Program" o "Au Pair Program". Ad una Program Fee più elevata corrisponde un servizio migliore. Nel mio caso il servizio offerto dal mio sponsor comprendeva il pagamento della tassa SEVIS e la Health Insurance. Ciò mi ha fatto pensare che l'azienda abbia sborsato una cifra non indifferente allo sponsor. Se l'azienda non copre l'iscrizione al programma allora la Program Fee può anche essere pagata da voi stessi. Lo sponsor è anche un'azienda autorizzata a collaborare con il governo americano e quindi esiste un elenco ufficiale di tutti gli sponsor registrati negli USA, che si può trovare a questo link: Lista Sponsors.
  • Consolato: rappresenta il governo americano in italia e si occupa di emettere i visti a chi ne fa richiesta. Non ha nessun legame ne con lo sponsor ne con l'azienda, tutto quello di cui si occupa nell'ambito di emissione dei visti è di visionare i documenti che voi personalmente presentate per la richiesta del visto, valutare le vostre motivazioni ed eventualmente accettare o rifiutare la vostra richiesta. Per ottenere il visto dovrete fissare correttamente un appuntamento in uno dei quattro consolati italiani (Milano, Firenze, Roma, Napoli - Roma è un'ambasciata), consegnare di persona i documenti richiesti e sostenere un colloquio in inglese con il console/funzionario di turno. Il consolato si occuperà di apporre il visto (un adesivo molto fancy) nella prima pagina libera del vostro passaporto, firmarvi i documenti e spedirvi tutto a casa tramite corriere.
Questo tre soggetti intervengono in maniera pressoché lineare nel processo di ottenimento del visto: prima l'azienda, poi lo sponsor ed infine il consolato. Ciò permette di identificare tre miletones ben precise nell'intero processo il cui effetto è quello di rendervi consapevoli che state facendo qualche passo in avanti. Nel il mio caso, i momenti esatti in cui il mio cuore si è alleggerito furono: quando ricevetti il contratto dall'azienda, quando lo sponsor mi contattò per la prima volta e quando riuscii ad anticipare la data dell'appuntamento consolare.

domenica 31 agosto 2014

Visto J1 - Condizioni Iniziali

Come promesso, volevo iniziare questo blog con un argomento la cui trattazione secondo me può risultare estremamente utile a chi attualmente sta affrontando il processo di ottenimento di un visto J1 per l'america, e in alcuni casi un visto in generale. Premetto che non sono assolutamente un esperto dell'argomento, anzi, sono sicuro che molte considerazioni sono specificatamente relative alle caratteristiche del mio percorso. Per questo motivo preferisco mettere le mani avanti e limitarmi a riportare semplicemente la mia esperienza.

In questo post parlerò a grandi linee di come quando e perchè mi sono trovato a fare richiesta di visto J1. A valle di tutto ciò, ritengo infatti che il mio background formativo abbia avuto un impatto decisivo nel destare l'interesse dell'azienda.

Man mano che il numero di esami rimanenti della magistrale (ingegneria elettronica) andava assottigliandosi, cominciavo a pensare sempre più frequentemente al fatto che non avevo la più pallida idea di quale tesi finale avrei potuto sviluppare. Sin dalla triennale, infatti,  ho sempre ritenuto che la tesi finale fosse un'occasione incredibile per alimentare le proprie passioni, l'idea di non saper cosa fare mi spiazzava un pochettino. Da qualche anno, però, avevo iniziato a fare fotografie. Il mio rapporto con la macchina fotografica non è mai stato simile a quello che ho con la chitarra, ad esempio. Ho sempre visto la fotografia più come una specie di gioco, che come uno strumento di introspezione personale. Fu in Erasmus Studio, nel 2012, la prima volta che capii come una passione nerdy come quella che avevo per la fotografia potesse tranquillamente intrecciarsi con il mio piano di studi di ingegneria elettronica. Contestualmente, l'esperienza parigina di erasmus mi aveva lasciato con un intenso desiderio di ripartire nuovamente e a marzo 2013, il giorno dopo aver sostenuto l'ultimo esame, partii per il Belgio tramite Erasmus Placement. Stavo iniziando un tirocinio di 6 mesi presso un'azienda che sviluppa sensori di immagine. Esattamente un anno dopo, marzo 2014, mi sono laureato alla magistrale con una tesi sulla caratterizzazione dei sensori di immagine, con un anno di ritardo rispetto al normale decorso di un master, ma con due esperienze internazionali alle spalle, di cui una un tirocinio.

Forte della peculiarità del mio percorso formativo, a distanza di circa due mesi dalla laurea ho iniziato a mandare mail qui e la per cercare lavoro. Personalmente non ho alcuna esperienza nel campo del job hunting, anche perchè l'azienda belga non si era fatta molti problemi ad accettarmi. La figura del tirocinante è la carne da macello perfetta, uno schiavetto che puoi addirittura permetterti di pagare poco o nulla. Come si può farsi sfuggire un'occasione del genere? Per fortuna che c'era il contributo Erasmus Placement che mi aiutava un po'.
Cosi cominciai pian piano a guardarmi attorno, ovvero a cercare di capire cosa google potesse offrirmi come opportunità lavorative nel mio campo. Sin dall'inizio ho voluto porre l'asticella il più in alto possibile ed andare alla ricerca di un lavoro inerente la mia formazione e preferibilmente il più lontano possibile dall'Italia e dall'Europa in generale. Iniziai cosi dagli Stati Uniti e selezionai ogni singola compagnia che trattasse di sensori di immagine in america.
Con le prime non ebbi molta fortuna, principalmente perchè si trattava di aziende enormi: Intel, Omnivision, Aptina etc. Queste aziende fanno spesso uso di sistemi automatici per la gestione delle application per offerte di lavoro, il che rende il tutto decisamente troppo impersonale. Probabilmente a distanza di mesi, le mie application non le hanno nemmeno notate. Mi spostai cosi sulle startup, controllando nello specifico le sezioni "Careers" dei loro siti internet. Alla fine optai per contattare un'azienda della silicon valley che cercava un ingegnere elettronico con anni di esperienza nella caratterizzazione dei sensori di immagine. Io, ben consapevole del fatto che la mia esperienza si limitasse a circa un solo misero anno, provai a contattarli comunque inviando CV, lettera di motivazione e link di download della tesi, specificando chiaramente nella mail che ero consapevole del fatto che loro cercassero una persona navigata per un posto fisso, ma che mi offrivo comunque come tirocinante. Mi risposero una settimana dopo per fissare un interview su skype. Era il Maggio del 2014.

Quattro mesi dopo mi ritrovo a scrivere questi post, partirò tra due settimane. Il visto è incollato nella prima pagina libera del passaporto, il volo è prenotato, l'accommodation pure ma con riserva.

In definitiva non so se questa storia possa mai servire a qualcuno. Secondo me la cosa fondamentale è poter essere in grado di dimostrare un legame stretto tra il proprio background e la richiesta di visto lavorativo J1. D'altro canto, come cercherò di spiegare in un post successivo, i documenti che è necessario presentare per un visto J1 sono molteplici ma tendono tutti a dimostrare che il vostro periodo negli stati uniti è adeguatamente motivato.

sabato 30 agosto 2014

lalucefamiracoli

Hei, penso proprio che questa frase sia una delle minuscole verità che governa la fotografia in generale. La mia perlomeno. Probabilmente perchè ora come ora quello che mi affascina non è tanto il significato di una foto, quanto la bellezza della stessa. Sono due cose completamente separate, bellezza e significato, vero? Forse le uniche due che non condividono alcun legame, se non quello di essere complementari all'insieme universo, algebricamente parlando.

Rispolvero, o meglio, dissotterro questo blog perchè mi sono accorto che c'è un sacco di arancione qui in giro. I pulsanti, la B contornata. Should ring a bell, since orange is my favourite colour.

Di cosa scriverò? Boh, non posso permettermi di essere troppo picky in questo senso. Ho scoperto che di mio faccio una fatica boia a comunicare in questa maniera, anche se scrivere mi piace parecchio. Quindi presto inizerò con qualcosa di dovuto e per cominciare racconterò di come ho appena ottenuto un visto J1 per l'america. Quando ancora mancava pochissimo per l'interview al consolato mi ero premesso che se fosse andato tutto liscio mi sarei dedicato a scrivere un articolo per chi in futuro avesse avuto l'opportunità di affrontare un'esperienza simile. Un sacco di volte mi sono ritrovato a sudare freddo davanti al PC per non sapere come rispondere ad alcune domande del DS-160, oppure per come pagare correttamente la fee dell'interview. A suo tempo mi avrebbe aiutato tantissimo trovare queste informazioni specifiche su internet e non fare semplicemente best guess.. ad ogni modo, a quanto pare il best guess ha funzionato comunque..