domenica 7 settembre 2014

Visto J1 - Il Consolato di Firenze

Bene, a breve vi racconterò della mia esperienza consolare a Firenze, ma prima lasciatemi fare una doverosa premessa con la quale vorrei esortarvi a non fare troppo affidamento al mio caso. Infatti nell'immaginario collettivo il consolato americano è universalmente raffigurato come l'ammasso caotico di tutte le persone che come voi hanno preso appuntamento per quel giorno e che come voi portano a spasso le loro aspettative. Credo di poter dire con buona approssimazione che la mia esperienza non rientra affatto nei tre sigma dell'immaginario collettivo: il giorno dell'interview ero infatti da solo, l'unica persona ad avere appuntamento per quel giorno. Che culo!

In realtà, a posteriori, non credo che si fosse trattato solamente di fortuna, ma più che altro della concatenazione tra due eventi ben specifici. La prima volta che ebbi accesso alla prenotazione online dell'appuntamento consolare erano le nove e un quarto di un venerdi (21 ago.) mattina: il pagamento della tassa consolare mi era stato appena confermato dopo i due più strazianti giorni di attesa degli ultimi 4 mesi (120€ non sono pochi). Mancavano un po' più di tre settimane all'inizio ufficiale del tirocinio (15 sett, ora ne manca una) e ancora meno tempo alla presunta partenza (13 sett., data del volo non ancora prenotato ma il prezzo continuava a salire). La scelta dell'appuntamento consolare fu davvero snervante, inizialmente le opzioni sembravano autobilanciarsi tra di loro e per tutto il restante mese di agosto c'erano solo due date disponibili, entrambe di mattina presto (8.30). Da un lato Firenze libera solo lunedi 25 ma decisamente più costosa da raggiungere, dall'altro Milano, libera il 28 ma più vicina a casa e con possibilità di essere ospitato, eventualmente. Le date successive erano tutte a settembre, con Milano che partiva dall'8 e Firenze dall'1. Anche Roma era una possibile soluzione per me, decisamente la più lontana di tutte, ma in mancanza di altro poteva rappresentare sicuramente una soluzione fattibile (non ricordo di essermi soffermato molto sulle date di Roma però). Accadde tutto in un momento. Preso dai dubbi andai a chiedere consiglio a mio padre, che era appena tornato a casa, ed entrambi concordammo per Milano. Quando tornai al pc sia Firenze che Milano ad Agosto erano sparite, prenotate. Milano ora partiva dall'8 e Firenze dal 1. Il tempo di bestemmiare e Firenze già partiva dal 3. Non credo di ricordare un solo episodio della mia vita nel quale sono rimasto fregato cosi clamorosamente ed in cosi poco tempo. Prenoto per il 3 settembre, inghiottendo uno dei bocconi più amari di sempre.
Credo siano alquanto ovvi i vantaggi di anticipare il più possibile la data dell'interview consolare, ma decisamente più subdoli e logoranti sono invece gli svantaggi che si accumulano man mano che la data del colloquio viene spostato in direzione della partenza. Da un lato, infatti, quella minima incertezza legata all'approvazione consolare del visto si moltiplica enormemente ed un rischio calcolato come potrebbe essere quello di prenotare in anticipo il biglietto aereo o l'accommodation finisce per diventare un fardello davvero pesante, senza contare che molto probabilmente i prezzi in entrambi i casi tendono inesorabilmente a salire. Dall'altro lato, invece, se qualsiasi ritardo dovesse intercedere nel processo del visto e i tempi burocratici dovessero malauguratamente allungarsi si potrebbe finire nelle condizioni in cui voi dovete partire ma non avete ancora ricevuto il passaporto vistato.
Fu cosi che, preso da queste paranoie, decisi di inviare una richiesta di appuntamento anticipato. Nel form che compare c'è scritto chiaramente che tale richiesta può essere inoltrata solamente se l'appuntamento prenotato risulta successivo alla data ufficiale di inizio tirocinio, ma non di meno decisi di riportare le mie perplessità (in italiano) sul fatto che il 3 settembre fosse troppo a ridosso del 15 settembre. In un paio di ore ricevetti magicamente l'email di conferma di anticipo della prenotazione al 28 agosto, 8.30 a Firenze.

Il consolato americano di Firenze è in una posizione piuttosto comoda perchè dista solamente 800 metri dalla stazione dei treni di Santa Maria Novella. Dato l'orario dell'appuntamento, il pernottamento di un albergo/ostello non poteva essere evitato, ma decisi di optare per un'opzione particolarmente favorevole: l'albergo Duilio dista appena cento metri dal consolato americano, è economico e soprattutto gestito da una ragazza disponibilissima di nome Roxana che mi ha permesso tranquillamente di lasciare lo zaino in camera, senza doverlo andare a depositare in stazione.. inoltre mi ha anche regalato un libro, cosa si potrebbe volere di più?
Comunque, il giorno del colloquio ho iniziato ad aggirarmi nei dintorni del consolato circa mezz'ora prima del dovuto, ovviamente preoccupato da una possibile coda: non c'era ancora nessuno. Dopo qualche minuto sono stato prontamente intercettato da uno dei numerosi poliziotti in divisa blu che si aggirano nelle vicinanze e lui mi ha indicato il luogo esatto dove aspettare, che non è davanti al portone che si affaccia sull'arno, ma dalla parte opposta dell'edificio. Alle 8.30 precise, minuto su minuto giù, un altro poliziotto mi ha raggiunto e mi ha chiesto di seguirlo, conducendomi alla porta affacciata sull'arno. Ero l'unica persona non poliziotto. Di fronte all'ingresso mi hanno controllato il passaporto ed invitato ad entrare. Appena entrato, un'altro poliziotto mi ha nuovamente chiesto il passaporto (eddai, le porte sono di vetro, hai pur visto che mi controllava) e mi ha fatto defluire in direzione del metal detector. Qui ha inizio una procedura di controllo simile a quella che avviene in aereoporto alla fine della quale sarete ammessi all'interno delle sale di attesa con portafogli, cartellina con i documenti e chiavi. Il cellulare, invece, è dovuto rimanere fuori e mi hanno assegnato un numero (1) per poterlo recuperare all'uscita.
A Firenze la sala di attesa è anche la stessa sala in cui condurrete l'intervista consolare. Si tratta di una stanza abbastanza piccola ed oblunga (un corridoio) che ospita un totale di 4 sportelli su uno dei lati più lungi, e una decina di sedie sul lato opposto (rivolte verso gli sportelli), ad una distanza di circa 3 metri (evviva la privacy). Tale corridoio/sala conduce ad una seconda sala d'attesa, ancora più piccola della precedente e con una televisione appesa al muro. Non so dire se normalmente entrambe le sale vengano utilizzate per scopi differenti, ma nel mio caso tutto si è svolto nella prima sala.
Inizialmente un primo funzionario (italiano) ha preso in consegna i documenti obbligatori ed ha controllato la loro validità e correttezza, poi ha trasferito la mia domanda da Milano a Firenze (avevo scelto Milano nel DS-160, dura 5 minuti), mi ha scannerizzato le impronte digitali ed infine mi ha invitato ad attendere il console per iniziare il colloquio.
Il console è apparso nello sportello affianco qualche minuto dopo (15 circa) con tanto di tazza di caffè. Il colloquio (in inglese) si è svolto in maniera abbastanza informale ma le domande che mi ha posto erano essenzialmente quelle di rito: "Di che cosa si occupa l'azienda?" e "Di che cosa ti occuperai tu?" (ho descritto più nel dettaglio questi aspetti in un post precedente) ma verso la fine dell'interview mi ha domandato come mai avessi aspettato cosi tanto per fare richiesta di visto, sostenendo che probabilmente non era in grado di farmi arrivare a casa il passaporto entro il giorno del volo, ovvero il giorno dopo. Inizialmente rimasi un po' perplesso da questa sua affermazione ma poi gli confermai che io sarei partito il 13 settembre e che quindi c'era ancora un sacco di tempo a disposizione. Notai subito il suo stupore, sia lui che l'altro funzionario credevano che io sarei dovuto partire il 29, il giorno dopo. Contestualmente, mi dissero che quel giorno ero l'unico ad avere appuntamento perchè per qualche strana ragione che non ho capito tutti gli altri erano stati annullati. In fin dei conti, come abbia fatto ad ottenere quell'interview consolare per me rimane ancora un mistero, ma credo che sostanzialmente sia legata al fatto che loro avevano interpretato male le informazioni che avevo inserito nel form di richiesta di appuntamento urgente e si erano convinti che avrei dovuto partire a breve. Questo testimonia grossomodo il fatto che il consolato è a conoscenza del fatto che lo stesso colloquio è pressocchè una formalità e che di norma il volo può essere prenotato in anticipo, senza correre grossi rischi di rifiuto del visto. Inoltre in genere pare che il consolato prenda in considerazione le richieste di visto urgente anche se queste non sono perfettamente conformi e analizzi caso per caso cercando di venire incontro il più possibile alle persone. O perlomeno questa è l'impressione che ho avuto io.

Un ultima informazione importate: dopo il metal detector è possibile usufruire dei servizi igienici!

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