lunedì 14 maggio 2018

Tre anni e mezzo dopo - L'idea

Riprendo questo blog tre anni e mezzo dopo l'ultimo messaggio per aggiornarlo con un riassunto di ciò che è successo. In questo periodo di tempo ne sono successe tante di cose, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista burocratico. Credo che entrambi i punti di vista valgano la pena di venire raccontati nello specifico ma ancora una volta mi soffermerò su quello burocratico e puramente informativo perché credo sia il più efficace da trasmettere in questo contesto.

In questo momento mi trovo di nuovo in Italia e tre anni dopo sto aspettando il rinnovo di un visto studentesco F1 da parte del consolato di Firenze. Se tutto va bene tornerò a lavorare negli Stati Uniti grazie a quello che si chiama Post-Completion OPT (Optional Practical Training) ma il tempo che ho a disposizione è limitato e ho esattamente un mese per iniziare a lavorare. Qualora mancassi quest'opportunità, ritornare negli Stati Uniti a lavorare diventerebbe molto più complicato se non impossibile.

Tre anni e mezzo fa ho lasciato l'Italia per partire per la prima volta per lavorare negli Stati Uniti. Ciò mi è stato possibile perchè ho conseguito un visto particolare che si chiama J1. La casistica del visto J1 è molto varia, esistono numerose condizioni differenti per cui ottenerlo ma chiunque lo consegua può più o meno essere identificato come un Lavoratore Specializzato.
La durata del visto J1 dipende dalle condizioni in cui il visto J1 è stato ottenuto. Ad esempio, io potevo fare richiesta del visto J1 perchè mi ero appena laureato in Italia (entro un anno dalla laurea) ma dato che non avevo almeno un anno di esperienza lavorativa nello stesso settore fuori dagli stati uniti il permesso di lavoro sarebbe potuto durare solo un anno, senza possibilità di estensione. Qualora avessi potuto dimostrare di aver lavorato un anno al di fuori degli stati uniti nello stesso settore lavorativo allora il visto J1 sarebbe stato esteso ulteriormente.
Il visto J1 viene anche rilasciato per ricercatori che NON vanno a lavorare in azienda ma vengono assunti da un'università americana. In questo caso il limite di tempo è molto maggiore e credo che il visto J1 possa venire rinnovato senza problemi fino a 7 anni (vado a memoria però, potrebbe essere diverso, ma comunque molto maggiore di 1 anno).

Comunque, a Settembre 2015 la mia esperienza lavorativa negli Stati Uniti sarebbe finita inesorabilmente e sarei dovuto tornare in Italia. E invece, contro ogni aspettativa, a Natale 2015 ero di nuovo negli Stati Uniti e già da Gennaio 2016 ritornavo a lavorare nella stessa azienda dell'anno precedente.

Quando il visto J1 si stava per esaurire, ad Agosto 2015, e l'azienda aveva confermato tramite i propri avvocati che non ne era possibile il rinnovo, l'unica strada possibile per permettermi di continuare il lavoro che stavo facendo sembrava essere quella di venire assunto come contrattista (contractor). Il contrattista è un elemento esterno all'azienda, un libero professionista che viene pagato ad ore e svolge un lavoro pressochè indipendente e spesso limitato a certe mansioni specifiche. Essere assunto come contractor mi avrebbe permesso di continuare a lavorare anche dall'Italia. Il lavoro che facevo era infatti principalmente su computer.

Tuttavia, proposi comunque un'alternativa un po' più audace al mio capo che mi avrebbe permesso di fare un'esperienza diversa, rimanere negli Stati Uniti, imparare e venire pagato in maniera del tutto legale e trasparente. L'idea era quella di iscrivermi ad una università americana per un secondo Master in Elettronica e, attraverso ciò che si chiama CPT (Curricular Practical Training) intraprendere un tirocinio nell'azienda durante gli studi. L'idea era che l'azienda mi avrebbe pagato un certo stipendio e avrebbe anche pagato per il Master.

Se quest'idea fosse andata in porto, sarei riuscito a contrattare due anni in più negli Stati Uniti, uno stipendio decente ed educazione gratuita. E così è stato.

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